Quando si affronta un progetto di costruzione o ristrutturazione, uno degli aspetti che spesso genera confusione è l’IVA sugli infissi. Comprendere quale aliquota IVA si applica in base al tipo di intervento può fare la differenza sul budget finale. In questa guida ti spiegherò tutto ciò che devi sapere, con esempi pratici e riferimenti utili.
Il costo degli infissi rappresenta una voce significativa in ogni intervento edilizio. Considerando che il prezzo finale è calcolato su base imponibile + IVA, conoscere in anticipo l’aliquota applicabile permette di evitare brutte sorprese e di sfruttare eventuali agevolazioni fiscali.
La normativa italiana prevede quattro diverse aliquote IVA sugli infissi, che variano in base al tipo di intervento e al soggetto acquirente.
L’IVA agevolata infissi al 4% si applica solo se:
Questa aliquota riguarda sia fornitura che posa in opera.
Se stai effettuando una ristrutturazione edilizia, hai diritto all’IVA al 10% sugli infissi. Rientrano in questa categoria:
La detrazione fiscale infissi può essere combinata con questa aliquota, riducendo ulteriormente i costi.
Le manutenzioni sono soggette a un regime IVA misto, perché gli infissi sono considerati beni significativi. Questo comporta:
Di norma, si applica una media ponderata: in molti casi, l’aliquota effettiva si aggira intorno al 12,4%.
Questa situazione è comune nei casi di:
L’IVA al 22% si applica quando:
Gli infissi sono classificati come beni significativi dall’Agenzia delle Entrate. Questo significa che:
Ad esempio, se la posa in opera, trasporto e smaltimento valgono più del bene stesso, si applica solo il 10% sull’intera fattura. Altrimenti, si applica parzialmente il 22%.